Tahar Ben Jelloun è uno degli autori marocchini più conosciuti in Europa.
Nasce a Fèz nel dicembre del 1944 e qui trascorre la sua giovinezza.
Durante l'adolescenza si trasferisce a Tangeri per frequentare il liceo francese e, in seguito, a Rabat per iscriversi all'Università "Mohammed V", dove si laurea in filosofia.

Intorno ai primi anni '60 inizia la sua carriera da scrittore e la collaborazione con la rivista "Souffles", grazie alla quale entra in contatto con grandi personalità.

Nel 1971 si trasferisce a Parigi, dove si iscrive a psicologia laureandosi tra anni dopo con una tesi sulla confusione mentale degli immigrati ospedalizzati.
Nel frattempo collabora regolarmente al giornale "Le Monde" e nel 1972 pubblica una raccolta di poesie.
Tahar Ben Jelloun diventa un artista di fama internazionale con "La Nuit sacrée" nel 1987 grazie all'assegnazione di uno dei premi letterari più ambiti, il Premio Goncourt.

La sua carriera di scrittore è molto prolifica: si dedica alla stesura di novelle, poesie, opere teatrali, saggi, riuscendo ad apportare in ognuna delle sue opere elementi innovativi rispetto alla tradizione.
Le tematiche riguardano sempre argomenti scottanti come l'emigrazione e la ricerca d'identità.

Ma il suo impegno si rivolge anche ai problemi della società: Ben Jelloun interviene spesso con dibattiti e articoli soprattutto sul tema della periferia urbana e del razzismo.

Nel 1998, per il profondo messaggio contenuto nel suo libro "Il razzismo spiegato a mia figlia", gli è stato conferito dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il "Global Tolerance Award".